Catene con doppio player (es. HPQ + JPlay)

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  1. #11
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da audiodan
    Provo a spiegare meglio il termine verosimile ma prima è necessario accordarci su un concetto di fondo: la percezione, come il senso dell'udito, non è oggettivabile in alcun modo che non sia tramite una comunicazione verbale che medi tra ciò che si percepisce e ciò che riusciamo a rappresentare verbalmente di questa percezione. Questo significa che sia l'organo di senso che la parola passano attraverso un'elaborazione corticale (di altissimo livello) che può essere indotta e migliorata da ciò che chiamiamo genericamente cultura, ovvero la percezione cosciente e approfondita del segnale musicale (in entrata) e della capacità comunicativa verbale (in uscita). In questo credo indubitabile contesto fisiologico la ricerca di una oggettività strumentale avviene solo per grossolana approssimazione, in contesti forzatamente monotematici o oligotematici (la misura di segnali complessi è difficile, quella degli stessi integrati a livello cerebrale semplicemente impossibile) che nulla hanno a che fare con il significato artistico, imprescindibile, del segnale musicale che è quello, appunto, che rende la musica un'esperienza così straordinariamente interessante e appagante. In quest'ambito solo il termine verosimile, allora, assume il significato di "cosa simile al vero" e così come il modellismo si avvale delle scale anche l'ascolto casalingo potrà essere un ascolto realistico ma in scala. Chi ha un'età abbastanza avanzata e una passione per il modellismo automobilistico dovrebbe ricordarsi di Manuel Olive Sans , il più grande modellista del mondo, ora passato a miglior vita (date un occhiata al suo sito qui, giusto per curiosità OliveSans.com Gurdate il pdf sulla Maserati Birdcage, basta e avanza.......semplicemente emozionante ).
    Ecco, la riproduzione musicale casalinga per me deve essere un modello di Olive Sans, una rappresentazione della realtà semplicemente perfetta, seppure in scala . Questo è ciò che intendo io per verosimile e questa è la strada che percorro da anni, a volte da solo e a volte in buona compagnia. Il gusto della ricerca votata al raggiungimento della perfezione ideale, accompagnata dalla razionale consapevolezza della impossibilità di raggiungerla fa si che questa strada non abbia mai fine, per fortuna, altrimenti sarebbe la morte per noia, perchè la perfezione è assolutamente e totalmente noiosa. La cultura è la parte integrante, fondante e formativa dei nostri sensi, e l'accrescimento della nostra cultura personale, musicale, artistica, ma anche tecnica, è il vero upgrade da ricercare. Qualcuno povero di spirito e di argomenti la chiama psicoacustica e allora: evviva la psicoacustica!!!
    Sul fatto che la percezione individuale non sia oggettivabile, nel senso deterministico del termine, ne convengo.

    E' un fatto che esistano metodi statistici di approssimazione (che tu rifiuti) tesi ad oggettivare grandezze percepite soggettivamente, ma non è questo il punto.

    La comunicazione verbale, per se, non rende oggettivo nulla (magari!), a meno di dotarsi di un codice, un 'linguaggio', atto ad esprimere in termini oggettivi sensazioni rilevate soggettivamente (tipo quello usato dai somellier per descrivere il vino, per intendersi).

    Perchè questo possa avvenire, occorre che un numero sufficientemente grande di persone si accordi nell'addottare un determinato termine (o sequenza di termini) per descrivere una determinata percezione in un dato grado, avendo precedentemente convenuto che sussiste e che è identificabile, da cui la necessità di un metodo statistico di indagine ed approssimazione (v. sopra).

    E' un meccanismo che richiede apprendimento e disciplina, dato che si tratta di associare un termine astratto ad una percezione concreta. L'unico modo perchè ciò avvenga in modo corretto è la sperimentazione della percezione guidata da un'autorità che associ un termine alla sensazione, non può avvenire isolatamente.

    Non è universale, chi ha una diversa sensibilità sensoriale e non riesce ad associare termini e percezioni è escluso (...non passa l'esame...).

    E' rigoroso, le parole vengono utilizzate ESCLUSIVAMENTE per signifcare la percezione associata secondo i canoni prestabiliti, due diversi ascoltatori 'iniziati' comprendono esattamente a quali percezioni (soggettive) ci si riferisce.

    Nulla del genere esiste in 'audiophilia', quindi qui la comunicazione verbale non è in nessun modo oggettivante.

    La 'cultura' con la c minuscola o anche maiuscola, può solo fornire più o meno eleganti ed affinati strumenti dialettici, retorici e poetici per rendere emotivamente la sensazione percepita, Dante sarebbe certamente più bravo di me nel descrivere un suono, ma non per questo la sua descrizione sarebbe universalmente comprensibile o oggettiva, mancando una chiave interpretativa, appunto, universale.

    Escluderei, la possibilità di misure 'oggettive' di percezioni individuali, almeno per quanto ci riguarda sono sicuramente fuori dalla nostra portata.

    Direi che su questo dovremmo convenire. Ma fino a qui stiamo parlando di SUONO (un fenomeno fisico) non di MUSICA (un fenomeno artistico). Il godimento della musica è solo parzialmente legato alla percezione del suono, Beethoven 'sentiva' musica essendo sordo. Non mi inoltrerei su questo sentiero, rischia di portarci molto lontano.

    Non sono un modellista e quindi non so giudicare, io userei piuttosto il paragone di una fotografia, al netto di tridimensionalità e dinamicità, ma puoi usare la fantasia.

    Qualcuno ha ripreso e fissato per sempre sul supporto (qualsiasi esso fosse) un'immagine dell'evento, spesso 'corretta' con interventi di ritocco.

    A noi ne arrivano copie digitali prodotte nei modi più disparati, dipendentemente dal formato di ripresa, di masterizzazione e quindi di distribuzione. Spesso riceviamo scannerizzazioni di una fotocopia dell'immagine...

    Dal punto di vista musicale, raramente il processo comporta perdite di contenuto, dal punto di vista sonoro, purtroppo, lo sappiamo bene.

    Comunque sia, l'unica cosa che noi possiamo sperare di riportare in vita mediante strumenti 'precisi' di riproduzione è l'immagine che è stata scannerizzata, in nessun modo l'evento originale.

    Andare oltre a questo e cercare il 'verosimile' è lecito, ma come dici tu, comporta l'interpolazione di informazioni che non sono in alcun modo nel supporto, bensì nel tuo bagaglio culturale (se vuoi chiamarlo così).

    Mi spiego: Se hai assistito all'evento, puoi forse ricordare le sensazioni che hai provato e cercare di riprodurle, se non hai assistito a quello specifico, ma ad altri simili anche, se non hai mai assistito ad eventi live ma sei abituato al suono di un determinato impianto, cercherai di riprodurre quello o quello che hai sentito una volta in uno show o semplicemente quello che ti piace di più.

    Converrai che è un processo arbitrario che in nessun modo si può rendere oggettivo, per definizione: Riprodurre, seppur in scala, la realtà è impossibile, dato che nessuno conosce 'la realtà' ma al massimo ne ricorda una particolare visione.

    Detto ciò e appurato che ognuno gioca con le proprie regole al suo gioco, convengo con te sulla priorità della sorgente, al punto che almeno qui ed almeno fintanto che siamo in ambito digitale ove è facilmente controllabile, ritengo doveroso 'rispettare' il contenuto del supporto e fare in modo che arrivi inalterato al DAC (o al noDac, nel tuo caso).

    Quindi torno a bomba alla mia domanda:

    Cosa (e come lo) fa JPLAY? Come dice Krellz è in pratica un DSP 'mascherato'? O è un 'data cleaner' che più bianco non si può ma non pulisce il water (...ehm il router)?
    Ultima modifica di marcoc1712 : 05-05-2015 a 01:45
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
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  2. #12
    gibibyte L'avatar di krellz
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    al di là di tutti i discorsi psicometrici sul come rendere oggettivo (quindi universalmente conosciuto) un evento artistico (musica, arte figurata, pittura ecc...) e tornando per un momento sul problema di cosa e come lo fa:

    Jplay per il mio modo di vedere "interviene" sui parametri dei driver ASIO, si conviene (si sente empiricamente con l'udito) che anche solo modificando il buffer ASIO il suono cambi così come cambia diversificando la latenza, credo che jplay si muova proprio lì, ed interviene su come intimamente ASIO tratti il segnale digitale per renderlo "digeribile" al DAC.
    Lo puoi vedere come una sorta di equalizzazione ma il risultato non cambia.. (interviene e tratta il segnale in modo diverso rispetto al driver ASIO originale) (è un driver ASIO virtuale)
    ....i driver ASIO che cosa fanno realmente al segnale? (nulla?)
    .. qualcosa faranno perché uno stesso dac con i driver originali oppure con quelli generici oppure cambiando solo i parametri suona differentemente...

  3. #13
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da krellz
    al di là di tutti i discorsi psicometrici sul come rendere oggettivo (quindi universalmente conosciuto) un evento artistico (musica, arte figurata, pittura ecc...) e tornando per un momento sul problema di cosa e come lo fa:

    Jplay per il mio modo di vedere "interviene" sui parametri dei driver ASIO, si conviene (si sente empiricamente con l'udito) che anche solo modificando il buffer ASIO il suono cambi così come cambia diversificando la latenza, credo che jplay si muova proprio lì, ed interviene su come intimamente ASIO tratti il segnale digitale per renderlo "digeribile" al DAC.
    Lo puoi vedere come una sorta di equalizzazione ma il risultato non cambia.. (interviene e tratta il segnale in modo diverso rispetto al driver ASIO originale) (è un driver ASIO virtuale)
    ....i driver ASIO che cosa fanno realmente al segnale? (nulla?)
    .. qualcosa faranno perché uno stesso dac con i driver originali oppure con quelli generici oppure cambiando solo i parametri suona differentemente...
    Posto che ASIO è bitperfect, il che esclude la posibilità che operi come un DSP, se per ASIO generico intendi ASIO4ALL quello è solo un wrapper, che 'fa credere' alle periferiche di essere gestite da ASIO, ma non è così, quindi ASIO4ALL può anche non essere bit perfect (lo stesso vale per Jplay? forse, non lo so).

    La rete è piena di post che decantano come ASIO4ALL sia meglio di WDM o anche meglio del driver ASIO specifico per la propria interfaccia audio...

    Su un Driver ASIO 'vero' l'unica cosa che puoi regolare (in funzione delle caratteristiche della scheda) è la dimensione del buffer/tempo di latenza. Questo è un parametro fondamentale per la registrazione, molto meno per l'ascolto, almeno fino a che non introduci problemi con valori troppo bassi o esageratamente alti per il tuo hw.

    Poniamo che il valore minimo sostenibile per la tua configuazione sia di 4 ms: se impostii 2ms avrai certamente un degrado, se imposti 8 o 16 difficilmente te ne accorgi, se imposti valori molto più alti, rischi di provocare contenzioso di memoria e quindi...

    E' noto che qualcuno percepisce come più aperto e dettagliato il suono prodotto da una configurazione con latenza più bassa, più rilassato e naturale (o lento e moscio) con valori più alti, significativamente la sensazione si enfatizza verso i valori limite, mentre è quasi nulla a valori intermedi. A mio avviso - ancora una volta - si tratta principalmente di far operare i sistemi all'interno del loro range di corretta tolleranza.

    NOTA BENE
    : la latenza, in riproduzione, non è un problema in se (ti accorgi se un brano parte con 5 ms di ritardo?) lo diventa la sua variabilità, cioè se non è costante e fluttua, ma questo è a completo carico del clock a ridosso del dac, a valle dell'interfaccia USB asincrona, quindi fuori della portata del driver ASIO (e di qualsiasi software sul pc). In condizioni 'sane', quindi non ha alcun senso cercare valori troppo bassi, a meno che non si desideri proprio l'effetto descritto.

    Scusa la descrizione pedestre, ma è come me la sono spiegata e compresa io, altri sapranno essere più precisi.
    Ciao, Marco.

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  4. #14
    tebibyte
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    Sicuramente Jplay non si limita a gestire in qualche modo l'output attraverso ASIO ma interviene sui processi del PC e sulle priorità, oltre che disattivando cose varie. Il problema sta proprio nel fatto che nessuna notizia trapela sui meccanismi e sulle azioni svolte da questo programma. Asio4all è una solenne porcheria, lo usai anni e anni fa quando i driver ASIO della ST/STX erano delle ciofeche e ci vollero 18 mesi dal lancio di questa bella scheda audio prima di poter godere dei vantaggi di un driver fatto bene e bit-perfect. Questa vicenda fu straordinariamente utile per capire la grande importanza della qualità dei Driver ASIO sulla SQ e da allora nella valutazione di un DAC con ingresso USB, per prima cosa, vado a verificare cosa e come sono i suoi driver. Il buon Giona/krellz ha già sperimentato sulla sua pelle come non sia sufficiente acquistare un DAC top per avere la certezza di vedersi dotati di driver adeguati, mentre JLSounds, con 70 euro, ti fornisce interfaccia e driver specchiati, oltrechè assolutamente funzionali.
    Tornando a Jplay nell'uso "piramidale" che io ne faccio, con HQplayer è abbastanza facile (ma non facilissimo!!) spostarsi dal driver proprietario della JLSounds (estremamente buono) e quelli di Jplay (che con Win Server sono limitati a KS e ASIO XMOS, il Wasapi non è utilizzabile con winserver). Ebbene le "differenze" provocate dall'uso di Jplay vanno intese nel senso di una migliore ricostruzione scenica, di una migliore resa timbrica, con KS di una sensibile accentuazione della gamma dinamica, quasi come se il flusso dati venisse depurato da rumore e venisse dispiegato con una quantità maggiore di informazioni di basso livello. La differenza è sottile ma non risibile e, cosa curiosa, Jplay non sembra interferire con le attività di AO, quasi che si occupassero di strati informatici differenti, al punto da essersi integrati l'uno con l'altro. E così l'uso di entrambi aumenta ancora di un po' la portata delle sensazioni su riportate, quasi come ci fosse una sinergia tra i due programmi. Ma in una scala fittizia da uno a 100 qual'è la effettiva portata di ciascuno? Direi che Jplay incide per un 5-10% di miglioramento dell'intelleggibilità e della completezza del segnale musicale, AO forse per un 3-10%, a seconda dell'uso di core mode o meno. E' tanto? E' poco? Per me è un risultato del tutto insperato, visto il mio grande, anzi enorme, scetticismo iniziale, ma l'ascolto ha reso giustizia ai due SW e ogni prova comparativa li ha visti vincitori, da soli o entrambi. Valgono i soldi che costano? Personalmente la mia risposta è si, assolutamente, anche per l'assistenza data da entrambi gli sviluppatori nel caso di problemi. Ovviamente questo effetto è stato valutato su più PC e su più impianti e vorrei ricordare quanto può essere difficile sviluppare un progetto fruibile da chiunque e che funzioni in contesti differenti. Insomma che si voglia o no questi due SW, per chi opera in ambiente Windows, sono utilissimi tools migliorativi. Dovendone scegliere uno direi Jplay, che si può usare su tutti i SO Windows ( da vista in su, mi pare) mentre AO obbliga all'uso di winserver e complica non poco la vita , ma il maggiore sforzo, a mio parere, sarà ampiamente ripagato dal risultato finale.....

  5. #15
    kibibyte L'avatar di pocarrie
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    in disparte per un attimo la pur interessante discussione sui massimi sistemi, una piccola notazione pratica, che riguarda il raffronto fra HQP e JPLAY.

    supponendo di utilizzare un sistema doppio (Control PC + Audio PC, collegati in ethernet in modo diretto o attraverso un router), nel quale sull'Audio PC (magari ridotto all'osso e/o ottimizzato con Audiophile Optimizer o con script CAD) girano sia JPlay service che il networkaudiodaemon di Miska, il percorso del segnale audio potrebbe snodarsi in tre modi (prendiamo come esempio l'interfaccia USB del mio dac North Star Supremo, che in Backend NAA appare come PCM-DSD USB ASIO):

    1) S.O. del Control PC -> HQPLAYER (Backend: Network Audio Adapter - Device: PCM-DSD USB ASIO) -> rete locale -> Audio PC NAA con NAD -> DAC

    2) S.O. del Control PC -> HQPLAYER (Backend: Network Audio Adapter - Device: JPLAY Driver) -> rete locale -> Audio PC NAA con NAD -> JPLAY driver -> DAC

    3)
    S.O. del Control PC -> HQPLAYER (Backend ASIO impostato su JPLAY driver) -> JPLAY -> rete locale -> Audio PC con JPLAY -> DAC

    Come si può capire da questo schema, nelle ipotesi 1) e 2) lo streaming sulla rete locale avviene attraverso il sistema proprietario di HQP, il NetworkAudioDaemon, mentre nella 3) attraverso JPLAY in Streamer Mode.
    Per quanto concerne però il trattamento dei segnali in formato SDM (dsd), JPLAY lavora in DoP e non in formato nativo, quindi - allo stato attuale, fatte salve situazioni particolari di pochissimi dac sul mercato - è limitato al DSD128.
    E infatti, col mio Supremo solo con lo schema 1) sono riuscito a inviare lo streaming DSD256 al dac e a farlo riprodurre.
    Questo potrebbe essere un ulteriore elemento di riflessione e di valutazione per chi deve scegliere fra le tre opzioni.

  6. #16
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da audiodan
    Sicuramente Jplay non si limita a gestire in qualche modo l'output attraverso ASIO
    Lo penso anch'io.

    Per il resto, grazie dell'ottima descrizione e del tentativo di quantificazione che aiuta ad inquadrare meglio i fenomeni di cui stiamo parlando, per esempio solo ora ho capito che AO e JPLAY come ordine di grandezza sono paragonabili. Solo una domanda per capire meglio, cosa è 1 e cosa 100 nella tua scala?

    Te lo chiedo perchè quando provai io JPLAY (single PC) in abbinata a JRIver e Foobar l'effetto a mio giudizio era molto evidente, qualcosa tra il loudness e la brillantezza eufonica, che quasi appianava le altrimenti notevoli differenze tra JR e FooBar, tanto da lasciarmi estremamente perplesso.

    Certo piacevole, in particolare con il rock ove rende tutto il punch che uno si aspetta, ricordo poi che lo giudicai l'unico sistema in grado di farmi ascoltare Ligabue senza le essssssssssssssssssssssssssse da emiliano (le stesse che probabilmente ho io, dato che siamo compaesani) ma ben lontano dalla 'compostezza' cui sono abituato nell'ascolto di voci e strumenti acustici 'al naturale'.
    Ciao, Marco.

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  7. #17
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da pocarrie
    in disparte per un attimo la pur interessante discussione sui massimi sistemi, una piccola notazione pratica, che riguarda il raffronto fra HQP e JPLAY.

    supponendo di utilizzare un sistema doppio (Control PC + Audio PC, collegati in ethernet in modo diretto o attraverso un router), nel quale sull'Audio PC (magari ridotto all'osso e/o ottimizzato con Audiophile Optimizer o con script CAD) girano sia JPlay service che il networkaudiodaemon di Miska, il percorso del segnale audio potrebbe snodarsi in tre modi (prendiamo come esempio l'interfaccia USB del mio dac North Star Supremo, che in Backend NAA appare come PCM-DSD USB ASIO):

    1) S.O. del Control PC -> HQPLAYER (Backend: Network Audio Adapter - Device: PCM-DSD USB ASIO) -> rete locale -> Audio PC NAA con NAD -> DAC

    2) S.O. del Control PC -> HQPLAYER (Backend: Network Audio Adapter - Device: JPLAY Driver) -> rete locale -> Audio PC NAA con NAD -> JPLAY driver -> DAC

    3)
    S.O. del Control PC -> HQPLAYER (Backend ASIO impostato su JPLAY driver) -> JPLAY -> rete locale -> Audio PC con JPLAY -> DAC

    Come si può capire da questo schema, nelle ipotesi 1) e 2) lo streaming sulla rete locale avviene attraverso il sistema proprietario di HQP, il NetworkAudioDaemon, mentre nella 3) attraverso JPLAY in Streamer Mode.
    Per quanto concerne però il trattamento dei segnali in formato SDM (dsd), JPLAY lavora in DoP e non in formato nativo, quindi - allo stato attuale, fatte salve situazioni particolari di pochissimi dac sul mercato - è limitato al DSD128.
    E infatti, col mio Supremo solo con lo schema 1) sono riuscito a inviare lo streaming DSD256 al dac e a farlo riprodurre.
    Questo potrebbe essere un ulteriore elemento di riflessione e di valutazione per chi deve scegliere fra le tre opzioni.
    Posto che il mio obiettivo non era quello di confrontare HQP a JPLAY, ma semplicemente dare spunto ad una riflessione generica sulle architetture che prevedono players in cascata, le tue precisazioni sono interessanti ed in particolare:

    a. JPLAY lavora solo DOP?
    b. Hai evidenza che i diversi protocolli(?) di NAD e Streamer Mode siano effettivamente proprietari e diversi dal punto di vista dell'utilizzo della rete? (francamente ne dubito, la differenza, se c'è, è da cercare a livello applicativo).

    Domanda cruciale, suonano diversamente? In tutti i casi riesci ad identificare SE c'è o meno un router di mezzo?
    Ciao, Marco.

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  8. #18
    kibibyte L'avatar di pocarrie
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    Originariamente inviato da marcoc1712
    Posto che il mio obiettivo non era quello di confrontare HQP a JPLAY, ma semplicemente dare spunto ad una riflessione generica sulle architetture che prevedono players in cascata, le tue precisazioni sono interessanti ed in particolare:

    a. JPLAY lavora solo DOP?
    b. Hai evidenza che i diversi protocolli(?) di NAD e Streamer Mode siano effettivamente proprietari e diversi dal punto di vista dell'utilizzo della rete? (francamente ne dubito, la differenza, se c'è, è da cercare a livello applicativo).

    Domanda cruciale, suonano diversamente? In tutti i casi riesci ad identificare SE c'è o meno un router di mezzo?
    Allora, in sintesi (ma non tanto...):
    a. questo è quello che sembra emergere dalle prove sul campo. Nonostante in Jriver o in Foobar si utilizzi l'opzione "ASIO native", più in là di DSD128 non si riesce ad andare (con HQP invece sì), il che mi fa pensare che in realtà JPLAY incapsuli in DOP.
    b. che siano sistemi proprietari lo dichiarano loro (non io), non ho le competenze informatiche necessarie per verificare approfonditamente tali affermazioni. Dal punto di vista dell'utilizzo della rete siamo lì (a giudicare dal monitoraggio risorse sui due pc).

    Quesiti finali:
    - il passaggio dall'interposizione del router al collegamento diretto fra i due pc (con IP fissi e una seconda scheda LAN dedicata solo a questo sul pc principale) ha sortito indubbiamente dei benefici chiaramente avvertibili.
    - i due sistemi (HQP e JPLAY) suonano diversamente, anche se di poco. Simili, ma non identici. In particolare, JPLAY mi pare più "energico", d'impatto, HQP ha una presentazione più raffinata e piacevole. Questione di gusti, in definitiva. Del resto, le variabili dei vari settaggi sono talmente tante che i giudizi sono altamente soggettivi e lasciano il tempo che trovano.
    Ci sono però alcuni dati che mi sembrano oggettivi (oltre che riscontrati da fior di test scientifici pubblicati, per es., sugli ultimi numeri di AR, mi riferisco alle prove dei vari modulatori SDM).
    Nella conversione da PCM a DSD, HQP è imbattibile. I suoi modulatori sono chiaramente superiori. Jriver settato in output DSD128 (nativo o dop) non si può proprio sentire, con Foobar (SDM Type A) va già meglio, ma non si arriva al livello di HQP.
    Se invece uno non è interessato alla conversione PCM>DSD o DSD>DSD (e in particolare al 256 o 512), diventa come detto prima questione di gusti.

    Per esempio, fino a poco tempo fa preferivo senza dubbio HQP, sempre e comunque (in modalità NAA).
    Adesso, dopo aver installato JPLAY 6 in dual pc, e sul NAA WS2012 R2 Essentials + Audiophile Optimizer con passaggio a core mode, ho trovato un setup che è veramente notevolissimo all'ascolto (Playing via: Kernel Streaming; Engine: Xtream; Bitstream: Native; DacLink: 20 Hz; PC Buffer: 0,5 seconds, Xtream Size 250, Throttle ON, Hibernate mode ON; in Audiophile Optimizer: Sound Signature e Digital Filter entrambi su X, cioè i parametri di default di Windows, il che dà un suono più ricco e pieno, specie sui bassi), e francamente non so più decidermi su quale sia migliore.
    Diventa a questo punto fondamentale la praticità d'uso, che con JRiver + Jremote è fantastica.
    Ultima modifica di pocarrie : 06-05-2015 a 15:58

  9. #19
    kibibyte L'avatar di pocarrie
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    Aggiungo, allargando un po' il discorso alle nuove modalità di fruizione della musica in streaming, che su questo piano, invece, non c'è proprio partita.
    Se per esempio si vuole ascoltare un flac 16/44 su Tidal o su Qobuz, HQP è molto molto indietro, il plugin escogitato da Geoff Armstrong su CA, per quanto lodevole, è un incubo in quanto a fruibilità. Speriamo che ci siano miglioramenti e novità interessanti in cantiere.
    Con Jplay e ASIO Bridge, invece, ci si ascolta tutta la musica del mondo in formato non compresso (con le applicazioni desktop di Tidal o Qobuz) con una qualità fino a poco tempo fa inimmaginabile (per quanto io continui a preferire i files archiviati e suonati dal pc in locale, proprio oggi ho fatto una prova con l'ultimo album di Beth Hart).

  10. #20
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    Originariamente inviato da pocarrie
    Allora, in sintesi (ma non tanto...):
    a. questo è quello che sembra emergere dalle prove sul campo. Nonostante in Jriver o in Foobar si utilizzi l'opzione "ASIO native", più in là di DSD128 non si riesce ad andare (con HQP invece sì), il che mi fa pensare che in realtà JPLAY incapsuli in DOP.
    b. che siano sistemi proprietari lo dichiarano loro (non io), non ho le competenze informatiche necessarie per verificare approfonditamente tali affermazioni. Dal punto di vista dell'utilizzo della rete siamo lì (a giudicare dal monitoraggio risorse sui due pc).

    Quesiti finali:
    - il passaggio dall'interposizione del router al collegamento diretto fra i due pc (con IP fissi e una seconda scheda LAN dedicata solo a questo sul pc principale) ha sortito indubbiamente dei benefici chiaramente avvertibili.
    - i due sistemi (HQP e JPLAY) suonano diversamente, anche se di poco. Simili, ma non identici. In particolare, JPLAY mi pare più "energico", d'impatto, HQP ha una presentazione più raffinata e piacevole. Questione di gusti, in definitiva. Del resto, le variabili dei vari settaggi sono talmente tante che i giudizi sono altamente soggettivi e lasciano il tempo che trovano.
    Ci sono però alcuni dati che mi sembrano oggettivi (oltre che riscontrati da fior di test scientifici pubblicati, per es., sugli ultimi numeri di AR, mi riferisco alle prove dei vari modulatori SDM).
    Nella conversione da PCM a DSD, HQP è imbattibile. I suoi modulatori sono chiaramente superiori. Jriver settato in output DSD128 (nativo o dop) non si può proprio sentire, con Foobar (SDM Type A) va già meglio, ma non si arriva al livello di HQP.
    Se invece uno non è interessato alla conversione PCM>DSD o DSD>DSD (e in particolare al 256 o 512), diventa come detto prima questione di gusti.

    Per esempio, fino a poco tempo fa preferivo senza dubbio HQP, sempre e comunque (in modalità NAA).
    Adesso, dopo aver installato JPLAY 6 in dual pc, e sul NAA WS2012 R2 Essentials + Audiophile Optimizer con passaggio a core mode, ho trovato un setup che è veramente notevolissimo all'ascolto (Playing via: Kernel Streaming; Engine: Xtream; Bitstream: Native; DacLink: 20 Hz; PC Buffer: 0,5 seconds, Xtream Size 250, Throttle ON, Hibernate mode ON), e francamente non so più decidermi su quale sia migliore.
    Diventa a questo punto fondamentale la praticità d'uso, che con JRiver + Jremote è fantastica.
    Da qualche parte su queste pagine avevo scritto proprio un'affermazione dello sviluppatore di JPlay che diceva che erano in grado di fare solo DoP.

    Riguardo Foobar - tanto per precisare - il miglior modulatore è SDM Type D...come anche da test su queste pagine.

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