3. Visto da vicino - Parte seconda


ASUS ROG Swift OLED PG34WCDM 3. Visto da vicino - Parte seconda 1 


Il sistema di aggancio proprietario, collocato al centro della zona posteriore del monitor, prevede l'inserimento di due denti in metallo nella parte superiore ed un sistema a incastro per assicurare saldamente quella inferiore.

Non sono presenti sulla scocca i fori VESA che, sicuramente, "disturberebbero" l'estetica del monitor ma, come visto nella sezione accessori, ASUS inserisce in confezione uno specifico blocco di aggancio in standard VESA 100x100.


ASUS ROG Swift OLED PG34WCDM 3. Visto da vicino - Parte seconda 2 


Al centro della ruota di aggancio sono collocati due pin che forniscono alimentazione agli elementi LED del supporto verticale.


ASUS ROG Swift OLED PG34WCDM 3. Visto da vicino - Parte seconda 3 


Nonostante le generose dimensioni del display, il ROG PG34WCDM vanta di un ottimo livello di ergonomia, fatta eccezione per la rotazione dello schermo, assente per ovvie ragioni.

  • altezza (0 / 110mm);
  • rotazione alla base (± 15°);
  • Inclinazione (+20° / -5°).


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Lato connettività, sul ROG Swift OLED PG34WCDM troviamo tutte le porte necessarie per un utilizzo ottimale sia su PC che su console, ovvero:

  • connettore di alimentazione;
  • SPDIF out;
  • 2x HDMI 2.1;
  • 1x DisplayPort 1.4 con supporto DSC;
  • 1x USB-C (DP alt-mode) con power delivery 90W;
  • connettore di espansione USB-B;
  • 2x USB-A 3.2 Gen1;
  • 1x USB-A 2.0;
  • jack di uscita da 3,5mm.


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Dietro al logo frontale retroilluminato è collocato il sistema di navigazione e controllo composto da uno stick analogico e due pulsanti addizionali.

All'interno dell'OSD troviamo tutto il necessario per un utilizzo completo ed ottimale del monitor, includendo le tipiche funzionalità di regolazione ed un set dedicato di opzioni di protezione per il pannello OLED.


Funzionalità software dedicate al controllo della tecnologia OLED

Il PG34WCDM monta un pannello OLED LG di terza generazione in grado di raggiungere, teoricamente, livelli di luminosità sinora mai raggiunti da questa tecnologia.

Tali specifiche, su un pannello ad alta densità come il 34" in questione, richiedono una solida cooperazione tra hardware e software che ASUS ha sapientemente realizzato tramite un sistema di dissipazione passivo custom ed un algoritmo intelligente di regolazione della tensione.

Queste soluzioni, in aggiunta ai sistemi di controllo software, dovrebbero garantire un'efficace prevenzione dal fenomeno di burn-in e buone prestazioni in termini di luminosità, escludendo dall'equazione ABL (Automatic Brightness Limiter) e TPC (Temporal Peak Luminance Control) che, pur prevenendo potenziali danni al pannello, causano costantemente effetti visivi indesiderati e poco piacevoli.


Protezione da burn-in

Il sistema di protezione anti burn-in si compone di quattro funzionalità:

  • Screen Saver, altrimenti chiamato ASBL (Automatic Static Brightness Limiter). Abilitando questa opzione il display riconoscerà automaticamente immagini o finestre statiche a schermo abbassando temporaneamente la luminosità per poi riportarla al valore originario non appena l'elemento statico verrà mosso. Uno degli scenari più comuni in cui possiamo vedere all'opera questo sistema è durante la stesura di testi. Qui, dopo alcuni minuti il sistema si attiva per poi disabilitarsi rapidamente non appena muoveremo o chiuderemo la finestra.

    Durante i nostri test non abbiamo notato anomalie a livello di funzionamento, intervenendo solo quando necessario. È comunque utile e non scontata la possibilità di disabilitare totalmente la funzione che, su molti televisori OLED, inclusi LG C1 e C2, è invece sempre attiva.

  • Pixel Cleaning, una procedura che avvia un software interno di pulizia dei pixel che dovrebbe migliorarne la longevità. Può essere lanciata manualmente oppure, passate 8 ore di attività dall'ultimo Pixel Cleaning, partirà automaticamente al primo spegnimento del display.
    La procedura ha una durata di circa 5 minuti, durante i quali lo schermo sarà apparentemente spento.

    Allo scoccare delle 8 ore saremo avvisati da una piccola finestra in basso a destra, che si ripeterà ogni 4 ore fino all'avvio del Pixel Cleaning. Rispetto al precedente PG42UQ, l'intervallo di notifica può essere modificato o del tutto disabilitato.

  • Screen Move, più comunemente chiamato Pixel Shift, è una tecnica adottata da anni nel settore, che sposta leggermente l'intera schermata ad intervalli regolari. ASUS implementa 4 diversi livelli di movimento, ciascuno più intenso ed efficace.

    Durante le fasi di gioco o di fruizione di contenuti è praticamente impossibile da notare, mentre per applicazioni office di rado potremo notare lo spostamento, comunque visivamente lieve anche in modalità "Strong". Anche in questo caso è possibile disabilitare del tutto la funzione o, possibilmente, abbassarla al minimo.

  • Adjust Logo Brightness, un sistema che rileva automaticamente loghi o altri elementi statici come l'interfaccia di gioco, regolandone lievemente la luminosità. Guardando molto attentamente possiamo notare un leggero intervento su icone desktop e, ad esempio, sull'interfaccia utente fissa di League of Legends. La regolazione rimane comunque talmente lieve da essere impercettibile durante l'utilizzo regolare.


Text clarity

A differenza dei display LCD a cui siamo abituati, gli attuali pannelli OLED utilizzano un layout di subpixel che differisce dal classico approccio RGB sul quale tutte le applicazioni sono calibrate.

Al fine di ottenere nitidezza e perfetta leggibilità del testo, il sistema operativo e la maggior parte dei software applicano al testo una sorta di "anti-aliasing" chiamato Sub-pixel Text Rendering che, per ragioni di standardizzazione del mercato, dà per scontato che il display sia di tipo RGB.

Come inizialmente per i pannelli BGR poi supportati con il tool di Windows "Modifica Testo ClearType", anche le tecnologie LG OLED e Samsung QD-OLED soffrono momentaneamente di questa mancanza lato ottimizzazione software.

Nel caso specifico del ROG Swift OLED PG34WCDM, la struttura di subpixel è di tipo RWGB.

Trattandosi di una soluzione lineare simile all'approccio classico RGB, il fenomeno di "color fringing" è decisamente più contenuto rispetto alla struttura triangolare adottata dai pannelli Samsung.

La situazione comparativa mostrata dal marketing aziendale non rispecchia propriamente la realtà, in quanto la leggibilità risulta molto buona, ma non del tutto perfetta.

Nonostante ciò, grazie anche ai 110PPI del PG34WCDM, durante l'utilizzo quotidiano di navigazione o utilizzo office dovremo impegnarci per notare evidenti difetti nei testi, anche senza dover ricorrere a software di terze parti per la ricalibrazione al layout RWGB.


Uniform Brightness

Uno dei più discussi difetti che affligge la tecnologia OLED è l'Auto Brightness Limiter, fenomeno causato dai limiti fisici del monitor stesso che deve rientrare nei parametri di consumo massimi.

Mostrare una schermata totalmente bianca alla massima luminosità causerebbe un picco di carico sia a muro che su tutta la componentistica.

Concretamente, rimanendo in tema utilizzo desktop, possiamo notare un rapido crollo di luminosità al crescere dell'APL (Average Picture Level), ovvero della percentuale di schermo occupata da un elemento di colore chiaro.


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Al fine di migliorare questa caratteristica innata e, purtroppo, indesiderata del pannello, il PG34WCDM dispone di una modalità chiamata "Uniform Brightness" che, una volta attivata da OSD, limiterà il livello massimo di luminosità SDR riducendo, al contempo, il divario tra diversi APL e migliorando notevolmente il picco minimo al 100%.

Vi lasciamo, a seguire, una galleria che mostra l'OSD e tutte le funzionalità disponibili per questo modello.


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Presente, infine, la possibilità di regolare le principali impostazioni del monitor comodamente da desktop tramite una versione aggiornata della suite software ASUS DisplayWidget Center, che include una pagina dedicata alle impostazioni OLED.


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